Giuseppe Corongiu torna in libreria con “Gherras”

Giuseppe Corongiu torna con “Gherras”, una raccolta di otto racconti in sardo che affronta il tema del conflitto in ogni sua forma. La presentazione ufficiale avverrà il 26 luglio a Carbonia. Il libro esplora il dolore collettivo e personale in un contesto di attualità, utilizzando la lingua sarda come strumento di identità e resistenza, promuovendo una narrazione contemporanea dell’isola.
Una nuova opera che invita alla riflessione sulla Sardegna, è tornata nei negozi Giuseppe Corongiu con la sua raccolta “Gherras”. Come riportato da L’Unione Sarda, il titolo, che in sardegna significa “guerre”, non si limita solo al significato letterale. Corongiu, noto intellettuale, scrittore e attivista del movimento linguistico dell’isola, presenta una raccolta di otto racconti che verrà ufficialmente presentata sabato 26 luglio a Carbonia.
Nell’universo di “Gherras”, il conflitto si manifesta in ogni dove: sui campi di battaglia della storia e della fantascienza, ma anche tra le mura di casa, nei bar, tra famiglie, nei silenzi e nelle parole non dette. L’autore torna con una narrazione intensa e viscerale che esplora il dolore collettivo e personale.
La Sardegna funge da specchio per un mondo più ampio, un palcoscenico universale per una civiltà fratturata, in cui le grandi narrazioni sono crollate e la comunicazione eccessiva genera solitudine. Ma è propriamente in questo vuoto che risiede la forza della lingua sarda: uno strumento di identità, un medium poetico, un veicolo di resistenza e una possibilità di salvezza.
Il libro, un’opera di finzione ma anche un saggio esistenziale, affronta temi che spaziano dallo stupro della guerra alle distorsioni della geopolitica contemporanea, dalla cronaca dei conflitti in Medio Oriente a mondi immaginari dominati dalla ricerca di terre rare, fino al disincanto con la politica locale e globale. Racconti ambientati in un futuro opprimente ma incredibilmente vicino si alternano a scene di vita quotidiana che celano micro-conflitti silenziosi e devastanti, il tutto narrato in una lingua sarda che non è decorativa: è viva, dinamica, colta, capace di affrontare l’orrore con profondità e persino ironia.
Lo stile di Corongiu è implacabile. Ogni racconto sfida il lettore a riconoscere il proprio riflesso nei personaggi, a confrontarsi con le proprie paure e fallimenti, ma anche a cercare una via d’uscita. C’è spazio per una catarsi, per liberazione, per un futuro diverso. L’individuo, come l’isola, può salvarsi: non con soluzioni pronte, ma con consapevolezza e autenticità. Ogni parola in sardo diventa così una chiave per riaprire porte che sembravano sigillate: alla memoria, alla speranza, al significato stesso di vivere in comunità.
Giuseppe Corongiu, nato a Laconi nel 1965, è ben lontano dall’essere un neofita di queste esplorazioni linguistiche e culturali. Ex giornalista, traduttore e funzionario pubblico, ha dedicato decenni alla promozione delle minoranze linguistiche, portando la causa sarda nel cuore dell’Europa. Dopo “Metropolitània” e “S’intelligèntzia de Elias”, “Gherras” segna un ulteriore passo nella costruzione di una narrativa sarda contemporanea, capace di parlare la lingua del presente e di ciò che ci aspetta.