Emergenza virus bovino: divieto di esportazione dalla Sardegna per dieci giorni

Sardegna affronta un’emergenza virale dopo la scoperta della dermatite nodulare contagiosa, vietando le esportazioni di bestiame per dieci giorni. Le restrizioni si applicano a bovini e altri animali e sono il risultato di misure attuate dall’Unità Centrale di Crisi e dall’ASL. Si prevede inoltre l’acquisto di un vaccino per contenere la malattia.
Un’emergenza virale ha colpito il bestiame in Sardegna, costringendo le autorità a vietare le esportazioni per dieci giorni. Questa misura è stata introdotta a seguito della scoperta di un focolaio di dermatite nodulare contagiosa in un’azienda agricola nella provincia di Nuoro, dove è stata identificata la malattia il 21 giugno. Le restrizioni colpiscono non solo i bovini, ma anche cavalli, porci, pecore e capre, in un raggio di 50 chilometri dalla zona infetta.
L’Unità Centrale di Crisi, convocata dalla Direzione Generale della Salute Animale, ha istituito le misure di contenimento e avviato un’intensa sorveglianza clinica ed entomologica in tutta l’isola. Secondo Armando Bartolazzi, assessore regionale alla salute, è essenziale notare che la malattia non è stata importata da animali, ma sembra essere stata causata da un morso di zecca. Le autorità stanno attentamente monitorando il territorio alla ricerca di eventuali altri focolai.
Oltre alle limitazioni, la Regione sta anche considerando l’acquisto di un vaccino, per cui sono stati stanziati 1,6 milioni di euro, anche se non è stato ancora definito il metodo d’acquisto. L’ASL di Nuoro ha collaborato con il Ministero della Salute per attuare prontamente le misure legali necessarie, creando zone di protezione e sorveglianza attorno al focolaio.
La dermatite nodulare contagiosa è una malattia infettiva che colpisce principalmente i ruminanti, e non ha alcun impatto sulla salute umana, ha chiarito il Ministero della Salute. Già presente in alcuni paesi europei, la malattia provoca febbre e manifestazioni cutanee, portando gravi ripercussioni economiche per l’allevamento.