Sardegna: la raccolta di sangue è al di sotto dei requisiti minimi regionali

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Raccolta di sangue in Sardegna, con sacche di sangue in un trasparente contenitore, simbolo di donazione.

In Sardegna, la raccolta di sangue nel 2024 è stata di sole 85.000 sacche, ben al di sotto della necessità di 110.000. Avis ha fornito oltre l’80% delle donazioni locali. La Giornata Mondiale del Donatore di Sangue ha visto il presidente di Avis, Vincenzo Dore, sottolineare l’importanza della continuità delle donazioni, enfatizzando la necessità di coinvolgere i giovani. Il sistema rimane fragile, con un forte appello a trovare nuovi donatori.

Sardegna sta affrontando gravi difficoltà nel reperimento di sangue necessario: nel 2024 sono stati raccolti all’incirca 85.000 sacche, mentre la soglia minima richiesta è di 110.000 per garantire l’autosufficienza. Da anni il deficit rimane stabile attorno alle 25.000 unità. La situazione è particolarmente sostenuta dall’associazione Avis, che ha contribuito con oltre l’80% delle donazioni registrate sull’isola. Questa statistica è emersa in concomitanza con la celebrazione della Giornata Mondiale del Donatore di Sangue.

L’Avis Regionale Sardegna ha colto l’opportunità per esprimere gratitudine ai volontari, il cui contributo è essenziale per il funzionamento delle strutture sanitarie e per la vita di migliaia di pazienti. Il presidente dell’Avis Sardegna, Vincenzo Dore, ha sottolineato che la donazione è un gesto quotidiano di responsabilità collettiva. “Grazie ai donatori”, ha affermato, “molti pazienti riescono a ricevere trattamenti e interventi salvavita. Ma è necessaria continuità: il bisogno non si ferma, anzi, in estate aumenta.”

A livello nazionale, l’associazione ha registrato un incremento significativo: il numero di nuovi donatori tra i 18 e i 25 anni è aumentato del 5%, superando le 75.000 unità. Sebbene questo sia un segnale incoraggiante, secondo Dore è ancora insufficiente per invertire la tendenza. “La priorità è trasformare il primo gesto in un impegno costante”, ha aggiunto. La vera sfida consiste nel trattenere i giovani e ridurre il divario tra donazioni effettive e reali necessità.

Il sistema trasfusionale regionale continua a mostrarsi fragile, fortemente sostenuto dalle attività delle sezioni Avis presenti su tutto il territorio. L’appello è chiaro: si ha bisogno di più donatori, ora più che mai.

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