Il Carnevale Pagano della Sardegna: Tradizioni e Celebrazioni Uniche

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Il Carnevale in Sardegna è un’importante celebrazione culturale le cui radici affondano nei rituali pagani. Esplorando eventi chiave come la Sartiglia di Oristano, il Carnevale di Santu Lussurgiu, e quello di Mamoiada, le celebrazioni sono ricche di tradizioni vivaci e simboliche. Infine, Ovodda offre un’esperienza unica e comunitaria che va oltre il mercoledì delle ceneri, rendendo il carnevale sardo un evento indimenticabile.

Il Carnevale in Sardegna è una delle celebrazioni culturali più significative della regione, affiancandosi alla Pasqua. Le sue origini risalgono a rituali pagani precristiani che sono stati successivamente integrati nelle tradizioni cattoliche. Oggi, molte di queste antiche tradizioni sono ancora visibili nelle celebrazioni carnascialesche sarde.

La Sartiglia di Oristano è un evento di grande fama che inizia con il meticoloso abbigliamento di “Su Componidori,” la figura centrale, da parte di assistenti elegantemente vestiti. A seguire vi è una sfilata che conta almeno 75 cavalieri in costumi medievali, accompagnati da musica e da gruppi in abiti folkloristici. Dalle tribune centrali, i spettatori assistono alla spettacolare “La corsa alla Stella,” dove i cavalieri tentano di perforare un anello a forma di stella con un’apertura grande quanto una moneta da 2 euro. Pur essendo a pagamento, i posti in tribuna offrono una vista impareggiabile su questo evento mozzafiato.

Il Carnevale di Santu Lussurgiu presenta “Sa Carrela e nanti,” che si svolge il “Sa lunesi di sa pudda” (Lunedì del pollo). Circa sessanta cavalieri, vestiti con costumi vivaci e maschere, scorrazzano per le strade del villaggio cercando di colpire un pollo sospeso con i loro bastoni. La velocità straordinaria di questi cavalieri nelle strade strette apporta un’atmosfera di tensione esaltante.

A Mamoiada, il “Martedì Grasso” segna il culmine degli eventi carnascialeschi, avvenendo il giorno antecedente il digiuno quaresimale. La celebrazione include una processione di 12 Mamuthones e 8 Isohadores. I Mamuthones, con maschere di legno nero e abiti di pelle di capra, trasportano “sa carica,” un peso di 30 chilogrammi di campane ovine. Gli Isohadores, vestiti di rosso brillante e maschere bianche, cercano giocosa di attirare le donne con i loro lassi. La festa si conclude con danze tradizionali di “ballo tondo” e una cena a base di fave e pancetta, onorando “Juanne martis sero” (Giovanni della notte di martedì), figura sacrificale delle origini pagane del carnevale.

Unico nel suo genere, il carnevale di Ovodda prosegue oltre il mercoledì delle ceneri. Il culmine è rappresentato da “Don Corte,” un enorme effigie portata attraverso il villaggio e poi bruciata cerimonialmente al crepuscolo. La processione include partecipanti con volti anneriti e maschere di legno, vestiti scuri e adornati con ossa animali. La celebrazione enfatizza la partecipazione della comunità, con i festaioli che condividono vino per le strade e anneriscono con gusto i volti di chi incontrano. Malgrado i suoi toni cupi di sacrificio, l’evento mantiene un’atmosfera gioiosa e vivace.

Original Source: www.dolcevia.com

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