La Connessione della Gran Bretagna con le Civiltà Antiche della Sardegna

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Recenti ricerche archeologiche rivelano che la Sardegna, con la sua cultura nuragica, fungeva da importante centro commerciale nell’età del bronzo. Circa 3.300 anni fa, l’isola collegava Gran Bretagna e Mediterraneo, facilitando il commercio di stagno e rame. Questa scoperta mette in luce il contributo della cultura nuragica allo sviluppo economico e culturale europeo, mostrando la sua sofisticata architettura e pratiche commerciali avanzate.

La ricerca archeologica recente ha svelato un sorprendente legame tra la Gran Bretagna e civiltà antiche poco conosciute, come la cultura nuragica della Sardegna. Circa 3.300 anni fa, la Sardegna divenne un centro commerciale potente che collegava Gran Bretagna, Scandinavia, Spagna e Portogallo con il Mediterraneo orientale, inclusi Turchia, Siria ed Israele. Queste scoperte evidenziano come la Gran Bretagna abbia contribuito allo sviluppo culturale e commerciale di quest’isola.

La cultura nuragica, nota per la sua architettura straordinaria, si affermò come potenza marittima e commerciale nell’Europa dell’età del bronzo. La Sardegna, ricca di rame essenziale per la produzione di bronzo, si trovò al centro di una rete commerciale intercontinentale. L’importanza dello stagno, proveniente dalla Cornovaglia, fu fondamentale, poiché permise la creazione di manufatti resistenti e di alta qualità.

Recenti ricerche scientifiche hanno dimostrato che lo stagno della Cornovaglia veniva trasportato da mercanti sardi verso il Medio Oriente. Un relitto al largo della costa del Devon ha rivelato che una nave dell’età del bronzo trasportava lingotti di stagno insieme a prodotti sardi o spagnoli. La Manica si configurava come un’autostrada marittima per il trasporto di rame e stagno tra la Gran Bretagna e il Mediterraneo.

Le scoperte archeologiche a St. Michael’s Mount in Cornovaglia suggeriscono un insediamento dell’età del bronzo di particolare importanza. In Sardegna, almeno 10.000 edifici in pietra sono stati costruiti, alcuni alti fino a 30 metri, formando complessi fortificati. Queste strutture rappresentano una delle prime forme avanzate di architettura monumentale in Europa.

La cultura nuragica ebbe un ruolo cruciale nello sviluppo della storia, non solo grazie al commercio ma anche attraverso attacchi a paesi come l’Egitto. Si ipotizza che alcuni pirati sardi abbiano anche colonizzato porzioni della Terra Santa. La presenza di ceramiche nuragiche è stata rinvenuta in Sicilia, Creta e Cipro, evidenziando l’influenza di questo popolo in tutta l’area mediterranea.

Inoltre, la Sardegna era un centro tecnologico all’avanguardia. Gli abitanti domesticarono vite selvatiche e produssero vino, e svilupparono tradizioni casearie uniche. Recenti ricerche hanno dimostrato che furono i primi a coltivare meloni nel Mediterraneo occidentale. La ricchezza culinaria nuragica si rifletteva anche nelle pratiche religiose, come il culto del toro simile a quello dell’antica Creta.

I nuragici sono considerati i precursori delle grandi esplorazioni europee. Ciò è avvalorato da un tumulo tombale in Scozia con analogie a quelli sardi. La rilevanza della Sardegna nell’età del bronzo è riconosciuta da accademici, come il Dr. Serena Sabatini dell’Università di Gothenburg, che afferma come il loro contributo alla rete commerciale preistorica stia correntemente emergendo.

In sintesi, la Sardegna non solo contribuì al commercio cambiando le economie delle regioni circostanti, ma influenzò anche la cultura dell’età del bronzo in Europa, il che dimostra quanto sia importante esplorare e comprendere questo aspetto della storia antica.

Original Source: www.independent.co.uk

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